Foto ricordo per i protagonisti di Ausa, ristorante vegetariano a Isernia in Molise. A sinistra Pasquale De Biase, al centro Anisia Cafiero e a destra suo padre Enzo Cafiero, commercalista ma anche colui che con le sue mani ha ristrutturato una vecchia bottega di maniscalco, donandole una nuova vita. Non solo: è lui che cura cantina e sala
Mi è già successo di mangiare tutti i piatti proposti ma sempre e solo in ristoranti con obbligo di menù fisso, quello e solo quello, prendere o lasciare. Da Ausa a Isernia, in via Occidentale 109, telefono +39.0865.271528, le opzioni sono due, quattro o sei portate a scelta del cliente in un lotto di quindici, 40 o 60 euro, ogni portata in più altri dieci, mentre i due eventuali abbinamenti vino 30 o 40. Purtroppo, non seguono un ordine logico, in un crescendo di intensità. Uno sceglie secondo i propri gusti, poi la cucina mette tutto in ordine ed è una gioia assoluta per il palato. Io zero dubbi: tutto.
Anisia Cafiero e Pasquale De Biase, entrambi cuochi, meno di sessant’anni in due, aprirono Ausa, l’antico nome di Isernia, il 29 giugno 2024 in una struttura, di proprietà dei Cafiero, che si sviluppa su più piani. Un tempo, quello a livello della strada accoglieva un maniscalco, ferraciuccio in dialetto. Il cavallo o l’asino venivano fatti entrare da una prima porta e subito bloccato e ferrato, per poi essere liberato da una seconda uscita. La terza è poco più in là ed era riservata alle persone.
I due si sono lasciati alle spalle un’ultima, comune esperienza da Maaemo, tre stelle a Oslo, e a Isernia hanno potuto contare sulla passione di Enzo Cafiero, commercialista che quando si allontana dalla scrivania cambia pelle e si cala nel ruolo di fabbro e imbianchino. Tutto quello che si vede è opera sua, tavoli, banconi, porte, pavimenti, pareti color blu, bagni, domina il legno di ulivi secolari, tavole trovate abbandonate da un falegname che finalmente hanno trovato una loro nuova vita. E papà Cafiero cura anche la…
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