Nella Romagna prossima a Rimini, in pratica tutti hanno un soprannome e a tanti nemmeno interessa sapere quale sia il nome di battesimo di lui o di lei, a cosa servirebbe mai? A poco più di nulla e nel caso di Baldo Baldinini, classe 1973, riminese di Viserba, maestro dei profumi, suona così bene Baldo Baldinini che è impossibile trovare in rete come venne chiamato al battesimo, Gianni per onor di cronaca.
E nemmeno si può trovare una sua foto perché letteralmente non si fa fotografare e/o filmare. E siamo in anni dove tutti sono, e siamo, fotografi piuttosto che registi grazie a telefonini multifunzioni. «Il motivo è subito spiegato: vorrei che le mie idee durino nel tempo e sopravvivano alla mia vita, mi piace pensare che sarò ricordato per i concetti e i prodotti, non per un volto».
Poi succede che vada a controllare in google se qualche scatto è per caso sfuggito e mi imbatto in due suoi ritratti, uno di spalle e un secondo di tre quarti, lui seduto nel suo olfattorio nella Tenuta di Saiano a Poggio Torriana alle spalle di Santarcangelo di Romagna. Possibile? Sì, ma sono dipinti, olio su tela di Enrico Robusti, maestro parmigiano dal tratto profondo e dissacrante, quasi a incidere la tela per fare emergere i tormenti umani anche se in questo caso c’è serenità.
Condividere la tavola con Baldo è piacere allo stato puro, a cena il 5 aprile alla Sangiovesa a Santarcangelo e a pranzo domenica dalla Elide, il motore creativo dell’Osteria del borgo sulla rocca di Montebello da dove si ammira la Valmarecchia. Ancora chiusi al pubblico i cento ettari della tenuta di Saiano, la Elide è una scelta obbligata. Bocconi, sorsi e parole, anche tanto sorridere e molta curiosità verso un personaggio tutt’altro che schivo, con un fratello…
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