Savigno, realtà collinare assorbita nel supercomune di Valsamoggia, Bologna la provincia ma Modena è a pari distanza, è terra di tartufi e funghi, verde, passeggiate e riposo. L’insegna di riferimento? Amerigo. Però sta nascendo un secondo punto di riferimento: Irina Steccanella. Che non è lì da poco, tutt’altro, ma questa cuoca, classe 1979, vanta un lungo impegno prima della pandemia e un più contenuto e incerto procedere dopo la pandemia.
Modenese di Sassuolo e bolognese di adozione precoce, Irina è cresciuta nel rispetto della tradizione che non ha mai vissuto in passiva adorazione, ma in attenta evoluzione. Decisive le esperienze da Massimo Bottura e da Niko Romito prima di aprire la sua trattoria in via Marconi 39 a Savigno, telefono +39.345.1608382.
Tutto questo appartiene però alla prima fase, quella che è andata a sbattere contro il muro del tutto chiuso nel 2020/21, al punto da avere reso la cucina di Irina, e Irina stessa, quasi irriconoscibili, molta stanchezza e opacità, poca forza in piatti chiari nella loro lettura. E ora? L’esatto contrario, una rivoluzione che nasce dal reagire al covid, a una malattia che ha avuto uno strascico importante per uno chef: l’emiliana ha perso il 70 per cento del gusto, il suo palato non è più il registratore di prima e questo ha fatto sì che non si sia riconnessa con la cucina di sempre, perdendo morale e mordente.
L’ottobre scorso la prima disobbedienza: da trattoria a pizzeria. Meglio ancora: trattoria soprattutto a pranzo e pizzeria soprattutto a cena. «Poi? Poi a febbraio il pizzaiolo ha pensato bene di mollarmi, costringendomi a una scelta: a chi il forno? Alla fine a…
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