Un tempo Lino era una banca, poi una libreria e da un lustro, in piazza del Lino a Pavia, tre distinte realtà golose sotto un unico tetto: bistrot dal settembre 2017, poi ristorante gourmet dall’aprile 2021, dopo una falsa partenza nel novembre 2020, infine pasticceria e prime colazioni dallo scorso aprile, sempre nel segno di Andrea Ribaldone perché è lui l’anima del Lino e anche del Fratellino, il fratello minore – e dolce – dei due volti salati, tra l’altro premiati a inizio novembre dalla Michelin con la stella, la prima.
Il Lino è uno di quei posti dove si sta bene, a proprio agio, elegantemente coccolo, con uno splendido tavolo dello chef a ridosso della parete che divide l’ambiente sala dalla cucina, con il dessert che viene servito nel sotterraneo, con la cantina ricavata in quello che era il caveau della banca. Tutto molto suggestivo.
Ma per quanto mi aspettavo di cenare bene, il motivo per trascorrere una serata lì, tra Natale e Capodanno, era diverso: conoscere chi c’è dietro al servizio in sé perché è facile conoscere il nome dello chef, molto meno quello del suo alter ego oltre il pass. Non basta. Ogni insegna ha il suo lato sala, il dettaglio che rende diverso questo è l’età: 68 anni in tre, in pratica in tre fanno la mia età. La classe non ha età. Il sommelier Mirko Chiora ha compiuto 23 anni lo scorso 19 maggio, Thomas Figliolia il 22 novembre, stessa età, mentre Angelina Essifer 22 il 18 ottobre. Attenti, precisi e puliti, sorridenti e competenti, non li ho visti assentarsi per fumarsi una sigaretta e tornare con l’odore su pelle e vestiti come purtroppo accade spesso anche con i…
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