Visto che “quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare”, il mio personalissimo primo oscar va a Andrea Tortora perché tutti sono in grado di sfornare un panettone, quanti invece un signor pandoro? Pochissimi. E il suo non solo è eccezionale, ma la Pasqua passata ha brevettato e lanciato il PandUovo, il pandoro a forma di uovo. Non solo: Andrea, nel laboratorio di Volta Mantovana, lavora seguendo il ciclo delle stagioni.
Il mio secondo oscar va a Niko Romito per il pane e per il Pandolce. Il pane in sé non è una torta, però ricordo come fosse oggi nonna e zia materne che imburravano la metà piatta di una michetta, quella inferiore, poi l’appoggiavano sullo zucchero sfregandola per bene, infine la scrollavano e me la porgevano. Pura poesia. Quanto al Pandolce ricorda un pan brioche. Provare per credere.
Terzo e ultimo premio per Antonio Campeggio, titolare di Arte Bianca, pasticceria a Parabita in Salento, tra il capoluogo Lecce e la punta estrema Leuca. Parlando di pasticciotto, con lui si deve guardare avanti, a più pasticciotti, grazie a frolle di farine diverse e a imbottiture a 360°. Dolci e pure salate.