Domanda che tantissimi si sono fatti, non solo a Torino e dintorni piemontesi: ma dove è finito Scabin, Davide Scabin? Non che non lo si sapesse dopo la chiusura del Combal.zero accanto al Castello di Rivoli e, soprattutto, dopo quella, il settembre scorso, di QB, alias Quanto Basta, una vaga unità di misura che lo chef detesta per la sua genericità, al Mercato Centrale di Porta Palazzo. Solo che lì era sprecato.
Lo chef, classe 1965, ricorda Emilio Salgari. Come lo scrittore raccontò le avventure di Sandokan in Malesia e dei corsari delle Antille senza mai allontanarsi da Verona e Torino, così Davide ha sempre sprigionato creatività in pratica da autodidatta, da pari a pari con un Ferran Adrià per capirci, in luoghi ben poco distanti dal capoluogo. Da un paio di mesi, con il primo servizio la sera del 15 novembre, Scabin si è insediato al Grand hotel Sitea, in via Carlo Alberto 35, telefono +39.011.5170171, dove non hanno mai abdicato dalla ristorazione di qualità, con la stella ricevuta sotto la guida di Fabrizio Tesse, da ottobre alla Pista sul tetto del Lingotto.
Con il Carignano aperto solo la sera, per un po’ ancora vi sarà un unico menu degustazione scandito da tredici momenti, fedeli al movimento up & down introdotto da Davide quando era ancora al Combal.zero. In pratica si parte a tutto gas, quando le papille gustative sono fresche e il desiderio di un’esperienza importante intatto, per poi decelerare, per riaprire in gas nel finale. «Se avessi messo la Lingua brasata al Barolo e purè di patate ratte dopo i primi e il pesce, lo avrebbero mangiato tutti o qualcuno mi avrebbe detto di essere già sazio?». Dubbio legittimo e risposta scontata: alcuni si sarebbero arresi e il ristorante ha cinque tavoli appena e una ventina di posti. Come dicevano le nonne di un tempo: se non mangi tutto, non ti alzi da…
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