Claudio Tiranini, chef, ristoratore e albergatore savonese di 67 anni, tre ristoranti, il più famoso è la Spurcacciun-a, e un albergo, il Marehotel, realtà sulla spiaggia della città ligure, è tragicamente scomparso venerdì 1 aprile mentre faceva kitesurfing alle Fornaci, al largo della stessa Savona. Il nostro ricordo.
Definirlo simpatico è riduttivo. Claudio Tiranini aveva il raro dono del sorriso contagioso, quelle persone sul cui volto splende sempre il sole, figure pronte alla battuta, a coinvolgerti minimo in quattro chiacchiere appena ti hanno incrociato. Conoscersi richiede più tempo, certo però che se uno non conosce ombre ed è pronto al sorriso – e non al mugugno come la maggioranza dei liguri – il più è fatto.
Claudio, prima ancora che ristoratore un architetto di interni, aveva una passione assoluta che è stata anche la causa della sua morte: il kitesurfing. Con il senno di poi, Tiranini avrebbe fatto bene a seguire l’esempio di chi venerdì pomeriggio ha rinunciato a entrare in acqua, troppo agitate, con questo surf trainato da un aquilone, più o meno grande a seconda dell’intensità del vento. Con lui suo figlio Alberto, pronto a lanciare l’allarme non appena era chiaro che suo padre non riusciva a vincere la forza del mare e rientrare così a riva.
Non solo: Tiranini senior è rimasto imbrigliato nei cavi che assicurano il kite all’ala e a nulla sono serviti i soccorsi. Quando la guardia costiera lo ha raggiunto il corpo era già privo di sensi, inutile il massaggio cardiaco così come il ricovero all’ospedale San Paolo di Savona, se non per constatarne il decesso.
Facile credere sia stata tradito dalla consuetudine di prendere il largo, a dispetto delle condizioni meteo, mista a…
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