Il 26 dicembre di quattro anni fa ci lasciava Gualtieri Marchesi, classe 1930. Adesso, stesso giorno, è venuto a mancare un altro grande italiano, Franco Ziliani, 90 anni compiuti il 21 giugno, più di due terzi dei quali vissuti nel segno della e del Franciacorta, il territorio e le bollicine, che lui per primo creò.
Per entrambi, decisivo l’avere capito che era tempo di “rubare” il meglio ai francesi in due campi che procedono da sempre fianco a fianco: la cucina e la cantina, il cibo e il vino. Marchesi colse le novità a livello di Nuova Cucina mentre era dai fratelli Troisgros a Roanne, anno di grazia il 1977. Dal canto suo, Ziliani era già avanti nel suo impegno a trasformare in realtà un sogno, quello di uno champenoise, come si poteva ancora dire allora, oggi un Metodo Classico, tra le colline bresciane della Franciacorta, esattamente come ben prima, anche un secolo, altri tre personaggi in Italia. Ziliani infatti come Carlo Gancia in Piemonte nel 1860, Antonio Carpené a Conegliano nel 1868 e, infine, Giulio Ferrari in Trentino nel 1902 quando la provincia apparteneva ancora all’impero austro-ungarico.
Impressionano le giovani età di tutti loro. Giusto parlare di sogni, di visioni ma anche di caratteri forti e di strade percorse con decisione. Gancia era del 1829 e Carpené del 1838, al momento delle loro primissime produzioni avevano trenta o poco più anni di vita. Ferrari poco più di venti, lui nato nel 1879, e Ziliani ventiquattro quando ebbe l’incontro che cambiò la sua vita ma non solo la sua.
Nel 1955 venne infatti chiamato a Borgonato, a Palazzo Lana, dal conte Guido Berlucchi che era ben lontano dal sentirsi soddisfatto del pinot che produceva, privo di carattere. Perché non passasse più inosservato, Ziliani gli suggerì di spumantizzare ma non tanto per fare qualcosa di decente, bensì per stupire gli italiani, ma in scia pure i francesi, con uno champenoise di notevole spessore e qualità. In pratica un lustro di straordinario impegno e sperimentazioni e nel 1961 usciranno le prime bottiglie, poco più di tremila, 3300 per la precisione, di Pinot di Franciacorta come venne chiamato. Erano pochissime ma giuste, pronte a lasciare un segno netto e autentico tanto che oggi dalla…
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