MU, due lettere e quattro insegne, la prima a Nova Milanese, MU fish, quindi le tre in Milano, MU dimsum, MU Corso Como e MU Paolo Sarpi, in fondo cinque con il MU delivery che ha avuto un tale successo da avere spinto la proprietà, Liwei Zhou, nella foto, cinese, classe 1987, e sua moglie Suili, a dotarlo di uno spazio tutto suo nella periferia nord del capoluogo lombardo per non togliere più spazio alla realtà brianzola.
Come per diverse altre insegne giapponesi, perché il MU fish, inaugurato a cavallo tra il 2016 e il 2017, propone cucina del Sol Levante (e il MU dimsun cinese), il patron è cinese e Liwei ha davvero una storia singolare da raccontare. Nativo della contea di Qingtian, è arrivato in Italia all’età di 14 anni. Figlio unico, ha seguito i genitori, ambulanti nei mercati comunali nella Sardegna che ruota attorno a Sassari. Regione scelta non a caso, perché, non ancora in regola con i documenti, è defilata rispetto alle città sul continente dove i controlli sono maggiori. Più avanti, tutti ormai in regola, ecco Liwei piazzarsi tra Milano e Lodi via via con alcune edicole, poi una sala giochi e infine un all you can eat. Quando si è sentito pronto, il grande progetto MU, in una Nova Milanese scelta perché ricco bacino economico. Monza ad esempio dista sette chilometri appena.
Mentre mi recavo da loro, come tanti, mi sono domandato perché uno che vive a Milano, a una quindicina di km, debba affrontare il traffico in uscita a fine giornata, lasciandosi alle spalle una città che vanta un buon numero di locali giapponesi. La risposta una volta accomodato a tavola: perché questo posto ha un quid tutto suo, diverso dagli altri giapponesi al top, e anche un’ottima proposta di…
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