Close Sidebar close
Paolo Marchi
  • Home
  • Biografia
  • Opere
  • Rubriche
    • Striscia la Notizia
    • Momenti di Gioia
    • Marchi di Gola
    • Rolly GO
    • I miei scatti
    • Identità Golose
    • Veleno

PAOLO MARCHI - paolomarchi@identitagolose.it

  • Home
  • Biografia
  • Opere
  • Rubriche
    • Striscia la Notizia
    • Momenti di Gioia
    • Marchi di Gola
    • Rolly GO
    • I miei scatti
    • Identità Golose
    • Veleno
Paolo Marchi
Paolo Marchi
    Striscia la Notizia

    Matteo Baronetto e il viaggio dell’Insalata russa tra Milano e Torino

    11 Aprile 2021

    Mercoledì 7 aprile, è andato in onda una puntata di Capolavori italiani in cucinache ha avuto per protagonista un piatto che ha da tempo un’immagine legata a rosticcerie e salumeria più che da alta cucina: l’Insalata russa. Eppure la sua storia è piena di verità in contrasto tra loro, tanto che è quasi impossibile isolare una ricetta sostanzialmente valida per tutto e per tutti. Se ne sceglie una versione, italianissima nel nostro caso, piemontese in particolare, a patto di sapere che ne esistono diverse altre al punto che per noi diventa arduo pensare siano anch’esse delle insalate russe.

    In un libro recente, Quando un piatto fa storia per Phaidon-Ippocampo, i cui autori non sono per nulla sfiorati dal dubbio, tutt’altro, si celebra esclusivamente un cuoco russo di radici belghe, Lucien Olivier, che dal 1864 – e fino alla sua scomparsa nel 1883, quarantacinquenne – fu lo chef del lussuoso Hermitage a Mosca, ristorante che non sopravvisse alla Rivoluzione sovietica del 1917. Lucien era così innamorato e geloso della sua insalata da averla sempre preparata di persona in una stanza a lui riservata, senza assistenza alcuna e senza lasciarne traccia scritta. Morto lui, finito tutto. Per me un genio (ironico).

    Trascorso ben oltre un secolo, c’è chi ha messo insieme un elenco di ingredienti che, riassunti, suonano come carne fredda, lingua, salsiccia, prosciutto, gamberi di fiume, aragosta, pernice, fagiano, caviale, tartufi, olio e senape provenzali, di tutto e di più, purché fossero prodotti molto costosi. In comune con anni e versioni ben più vicini e in linea con noi, uova sode e patate bollite, sott’aceti e cetrioli, anche le olive.

    La voce narrante in Striscia la notizia è stata quella di Matteo Baronetto, piemontese classe 1977, per una ventina d’anni l’ombra di Carlo Cracco tra Langhe e…

    Continua a leggere qui.

    • Dietro ai numeri della pandemia ci sono persone e progetti, ritardi e rabbia

    • Il lavoro sarà al centro di Identità 2021 a settembre a Milano

    You Might Also Like

    Davide Palluda, cardo o cavolfiore sempre capolavoro è

    14 Novembre 2021

    Il risotto di Bartolini a Striscia: tradizione in evoluzione

    3 Febbraio 2021

    Striscia, Daniel Canzian e la riscoperta del branzino al sale

    9 Febbraio 2022

    No Comments

    Leave a Reply Cancel Reply

Articoli recenti

  • Rasmus Munk e il Futuro del cibo nel segno di Spora
  • Cotoletta e San Lorenzo, la nuova Italia a Miami riscrive la storia
  • Tutta la bontà di un riso tiepido firmato Ortolan
  • Un viaggio con Irina nella memoria di una pizza tonno e cipolla
  • Retroscena, una sperimentazione travolgente a Porto San Giorgio

Seguimi su Facebook

Subscribe & Follow

Archivi

  • Giugno 2025
  • Maggio 2025
  • Aprile 2025
  • Marzo 2025
  • Febbraio 2025
  • Gennaio 2025

PAOLO MARCHI
paolomarchi@identitagolose.it

2023 - All Rights Reserved.