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Paolo Marchi
Paolo Marchi
    Identità Golose

    La cucina formato XXL di Ciccio Sultano a Ragusa

    20 Dicembre 2020

    Una decina di anni fa vinsi una scommessa. Ero alla presentazione della guida Michelin a Milano e al mio tavolo c’era l’allora responsabile generale Derek Brown e così ne approfittai per chiedergli perché la sua pubblicazione a Ragusa non segnalasse Il Duomo, locale – già allora strepitoso – di Ciccio Sultano e del socio di un tempo Angelo Di Stefano. Era con noi anche un responsabile dell’edizione italiana che mi corresse: “Sultano nella guida c’è”. Ma io ero così convinto del contrario che lo sfidai. E vinsi.

    Ci sono posti che diventano importanti proprio per il cuoco che vi splende, ma che all’inizio nessuno fila. Il Duomo a Ragusa era uno di questi.

    Ciccio Sultano non ha mai conosciuto suo padre: “Mi ha lasciato però un cognome che tutti si ricordano”. E così è cresciuto partendo assolutamente da zero con dentro una carica feroce che gli fa aggredire e mordere ogni attimo della giornata. Non puoi chiedere raffinatezza, passo tranquillo e pazienza a chi ha conosciuto la povertà e ha dovuto fare a pugni con la vita per farsi strada.

    C’è chi ha preso a prestito una frase di Giovanni Falcone, il magistrato ucciso dalla mafia, per raccontare questo chef: “Se ci si rendesse conto che il siciliano è prima di tutto siciliano e poi medico, avvocato o poliziotto, potrebbe essere capito meglio”. È così anche per Ciccio.

    Nel mondo della gastronomia, che da una ventina di anni chiede ai cuochi di alleggerire e semplificare i loro piatti, levando il superfluo, cancellando ogni traccia di inutile per esaltare i due o tre tocchi principali, questo ragusano non solo non toglie, ma addirittura aggiunge. Sarà che dove vive lui è il trionfo del barocco, sarà per la sua indole, fatto sta che ogni sua proposta è la stratificazione culinaria di più culture, ingredienti, sapori. La sua simbiosi con la terra è totale.

    Non ha letteralmente senso per Ciccio un ingrediente nella sua fiera purezza. Non lo vedremo mai proporre un pesciolino fritto e…

    1 Comment
    • A casa Marchi a Natale si doveva mangiare poco, mascarpone a parte

    • La Val d’Aosta debutta a Striscia con il favò di Griffa

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    1 Comment

  • Reply Виталий 11 Gennaio 2021 at 8:39

    Nonostante la profondit di queste radici, come detto Ciccio Sultano si muove agile, instancabile, tra molti progetti. Da I Banchi sempre a Ragusa fino al pi recente Pastamara a Vienna, che ha portato all estero la firma di un cuoco che, da giovane, si formato con parecchie esperienze fuori dall Italia: Quando ho aperto il

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