Mercoledì 9 dicembre a Striscia la notizia è tornata la pizza, un Capolavoro italiano in cucina che ha poco da spartire con il comune sentire con la bandiera della tavola tricolore. Matteo Aloe, titolare con suo fratello Salvatore di Berberè, 13 insegne tra Bologna, Torino, Milano, Firenze, Roma e Londra, ne ha in carta una davvero insolita, che ha spinto Enzo Iacchetti a presentarla come la pizza della Fiorentina suscitando lo stupore di Ezio Greggio, sono loro i nuovi presentatori del programma di Antonio Ricci: «la pizza della Fiorentina? La Fiorentina non è una pizza». Invece lo è.
La viola è tante cose, come ho ricordato in apertura di servizio: un colore. una squadra di calcio, è la ribellione, è la musica ma grazie ai fratelli Aloe è pure una pizza, una storia molto bella anche perché nella ricetta non ritroviamo né la mozzarella né il pomodoro, che sono le colonne di Ercole della pizza stessa. Tutto ruota attorno alla barbabietola. Ci arriveremo.
Gli Aloe arrivano dalla Calabria, da Catanzaro. Per entrambi studi di economia a Bologna, primo indirizzo noto a Castel Maggiore, poco fuori il capoluogo emiliano, in un centro commerciale, una pizzeria che dieci anni fa hanno battezzato Berberè, perché? La parola a Matteo: «Perché berberè è una spezia, etiope tanto che a volta prenotano pensando di trovare da noi la cucina del Corno d’Africa. Abbiamo scelto questo nome per dare un po’ di aria nuova. Visto che è composta da un insieme di spezie diverse, in fondo come accade con il curry, intendevamo porre maggiore attenzione…
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