Non esiste una ricetta del minestrone, ne esistono migliaia soprattutto quando era, ancora più di oggi, una espressione diretta dell’orto di casa e della stagione in corso. Io milanese, sono stregato dal Minestrone alla ligure, tale perché rifinito con una giusta dose di pesto. Piatto facile da fare se in cucina c’è chi tira via il lavoro e butta tutto a bollire nella stessa pentola. Piatto complesso se invece presti attenzione alla preparazione separata di ogni singola verdura come fa Giorgio Servetto, chef del Nove, il ristorante di Villa della Pergola ad Alassio: «Sprigiona profumo di casa, da gustare caldo in inverno e freddo in estate. Io sono di Albisola Superiore e l’orto era curato dai miei nonni paterni, Maria e Angelo detto il Re. Bastava poco per essere felici. Il nonno staccava un pomodoro dalla pianta, estraeva il coltello, lo tagliava in due, un pizzino di sale e non c’era mangiare migliore. Faceva il paio con le carote strappate alla terra, lavate alla meno peggio e mangiate subito. Nel mio minestrone ho voluto ricreare il gusto che c’era a casa mia». Missione compiuta.
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