Un incontro giovedì 25 giugno all’AlpiNN, il ristorante di Norbert Niederkofler in cima al Plan de Corones sopra Brunico in Alto Adige, ha segnato il mio primo momento di normalità dopo il blackout da inizio marzo per via del coronavirus. La Kettmeir del Gruppo Santa Margherita ha presentato il 1919 Riserva Extra Brut Alto Adige Doc 2014, metodo classico che verrà commercializzato a partire da settembre. Particolare importante, le bollicine della casa di Caldaro saranno quelle ufficiali di questo incredibile progetto di qualità e di sostenibilità in un ambiente spettacolare, ma difficile visto che si sale oltre i 2200 metri di quota.
Durante la quarantena mi sono chiesto e richiesto con che spirito avrei pernottato in un albergo. In quelle settimane ci siamo fatti mille e mille domande e alla prima verifica nessuna titubanza: mercoledì sera a Bolzano, dopo la visita alla cantina e prima della cena alla Tree Brasserie, chef Claudio Melis, mi sono registrato al Park Hotel Laurin come se nulla fosse e sono andato in camera come migliaia di altre volte.
Il mio grazie va all’amministratore delegato Beniamino Garofalo che ha rotto l’assedio delle degustazioni in remoto, una opzione che non tramonterà, anche perché migliorerà tecnicamente anno dopo anno, ma che non può essere e restare l’unica. Ritrovarsi in sicurezza, prestando attenzione ai gesti, ha regalato a tutti sorrisi come non capitava da fine inverno.
E non so voi, ma ogni sera che sento in tivù il bollettino quotidiano legato alla pandemia, mi viene voglia di denunciare tanti per terrorismo mediatico. Non sembra mai esserci il tentativo di leggere le cifre senza enfatizzare i lati negativi. Tra vedere un bicchiere mezzo vuoto o vederlo mezzo pieno non cambia la quantità che contiene, la sua lettura invece sì. Si passa dal pessimismo all’ottimismo. Non è poco. Possibile sia così difficile da capire?