E dieci! Decima puntata martedì scorso, 4 febbraio, per Capolavori italiani in cucina, la rubrica di Paolo Marchi frutto della collaborazione tra Identità Golose e Striscia la notizia. A lanciare il servizio in studio Ficarra e Picone, con il primo lesto a sospirare sconsolato all’annuncio che il capolavoro di inizio febbraio sarebbe stato la carbonara: «Lo sapevo, a quest’ora la carbonara». Come dire: tutti a tavola, e noi due a lavorare.
Protagonisti Alessandro Pipero e la pasta più amata dagli italiani, assieme a quella al pomodoro: la carbonara per l’appunto, celebrata con un ristoratore, un signore della sala che ha avuto il grande merito di portare un grande piatto della tradizione nel cosiddetto fine dining.
Marchi ha esordito così rivolgendosi a Pipero, titolare del ristorante che porta il suo nome in corso Vittorio Emanuele II, 250 a Roma: «Tu sei uno intelligente, hai avuto alcune intuizione di marketing da studiare alla università Bocconi: la vendita della carbonara a peso, un vino nel cartoccio scaraffato e venduto a 1 euro in una carta ricchissima, da poco hai riesumato la lampada per le crepes suzette, ma resti sinonimo di carbonara. C’è una tua frase molto azzeccata in proposito, ce la ricordi?».
La parola subito al romano dei Castelli: «La carbonara non viene sempre bene, ma viene sempre bona. Che segreto ha? Intanto non ci va l’olio, non ci va il bianco dell’uovo e si usa solo il… Continua a leggere qui.