Domenica una cena proiettata sulla nuova carta del Geranium di Soren Ledet, il suo regno è la sala, e di Rasmus Kofoed, lo chef, e ieri un pranzo, sempre nel tre stelle di Copenhagen, con tutt’altri presupposti e sviluppo. Rasmus, un perfezionista, ha infatti chiamato accanto a sé Vladimir Mukhin, lo chef russo del White Rabbit a Mosca. Ne è nato un 4 mani intelligente, cosa tutt’altro che scontata perché spesso queste collaborazioni sono messe assieme in fretta senza tanta autentica logica.
Tutto nella seconda sala, quella dove mangia il personale e dove Kofoed si isola per studiare i nuovi piatti, ma anche lo spazio dove accogliere momenti speciali come quello appena vissuto, con i due chef, i diversi collaboratori, i camerieri e i sommelier impegnati attorno a quello che viene chiamato Inspiration table.
Pranzo a schema libero, più le preparazioni firmate Mukhin di quelle del padrone di casa, con una magistrale interpretazione del borscht da parte del danese e un girasole firmato Vladimir che ha stregato tutti. In carta eccolo come Sunflower & Sunshine, con la parte interna del fiore scavata per accogliere sopra caviale e sotto il suo opposto povero, semi di girasole. In Italia lo avremmo chiamato Miseria e nobiltà. Le due facce della vita racchiuse nel medesimo fiore.