C’è modo e modo di subentrare a un genitore alla guida di un’azienda. Quello che nessuno si augura, è tuo padre che viene meno all’improvviso e a un’età ancora giovane. Lo scorso 21 maggio infatti, Claudio Tiranini avrebbe compiuto 67 anni. Avrebbe, perché il 1° aprile nella sua Savona gli fu fatale un’uscita in mare con l’amatissimo kite in compagnia dell’unico figlio, Alberto, classe 1986.
La sua vita era scandita da tre modi di essere: architetto, e praticamente tutto al Mare Hotel è uscito dalla sua matita; chef della A Spurcacciun-a e surfista, sport che lo ha spinto a solcare le onde di tanti mari e più oceani fino a improvvisi titoli di coda. Questa realtà dai tanti volti, lì sulla spiaggia che dal capoluogo porta a Vado, è anche bistrot, sushibar, cantina per degustazioni e stabilimento balneare. Impossibile non trovare qualcosa di gradito.
E con la sorella Pervinca sempre in prima fila assieme col figlio Alessandro, classe 1988, e, per l’appunto, il nipote Alberto, molto si stava già muovendo per attualizzare un’insegna che merita di tornare ai fasti a cavallo dei due secoli. Nel 2018 loro tre riuscirono a convincere Claudio, un simpaticissimo despota, ad accettare uno chef, non un vice, che lo liberasse dalle incombenze quotidiane, obiettivo minimo, pensando soprattutto a nuovi modi di interpretare il mare. A passi ponderati «perché papà potesse assimilare tutto e sentirlo anche suo. Poi quello che è successo ha accelerato tutto».
E così ecco Simone Perata, 34 anni, ligure della vicina Celle, già qui nel 2008/9 quando, fresco di diploma di…
Continua a leggere qui.