Il fine dining non godrà di ottima salute, come tutta l’economia italiana del resto, però la guida Michelin, giunta all’edizione numero 71, premia con le stelle rosse quasi quattrocento insegne, 394 per la precisione, una in più rispetto allo scorso anno. Non è certo il primo passo sulla luna, un balzo fondamentale per l’umanità come nel 1969 disse Neil Armstrong al momento dell’allunaggio, ma resta un dato importante perché l’autunno scorso se ne erano perse due, da 395 a 393, rispetto al 2024.
Ripeto, sembra poca cosa però certi dettagli pesano molto. Erano anni e anni che la Rossa, di uscita in uscita, premiava sempre più ristoranti. La battuta d’arresto è durata un’edizione appena. La crescita è ripartita, timida ma è ripartita. Salgono a quindici i tre stelle, restano 38 i due e 341 i singoli macaron. Impressiona soprattutto il dato dei tristellati, in costante crescita. Dal 2013 sono in pratica raddoppiati. Quella guida fu l’ultima che registrò una bocciatura, il Sorriso di Soriso (Novara) scese infatti a due per un totale di sette super premiati. Già nel 2014 salirono a otto con Niko Romito e il suo Reale a Castel di Sangro in Abruzzo.
Con La Rei Natura di Michelangelo Mammoliti, fresco di trionfo, gli applausi e le sorprese continuano. Però non solo i top, nelle ultime tredici pubblicazioni sono esplosi i numeri delle singole stelle, erano 281 nel 2014, adesso ben sessanta in più. Una spinta arriva dalla continua apertura degli hotel 5 stelle, lusso e non come per Luca’s by Paulo Airaudo a Firenze; Ineo dell’Anantara Palazzo Naiadi e la Terrazza dell’hotel Eden a Roma; il Ristorante Alain Ducasse a Napoli, ma non il gemello nella capitale. Ma anche una sempre maggiore attenzione al mondo…
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