Castellamare di Stabia ha tanti pregi e altrettanti difetti, stretta tra la fine dell’area vesuviana, la penisola sorrentina e i monti Lattari. Questo la rende davvero interessante a livello di intensità di vita, senza che sia una meta turistica come altre realtà attorno. Castellammare è città, non gioiello turistico. Però guai non passeggiare nella zona porto e cantieri navali, guai non informarsi sulle terme, purtroppo in crisi, e sulle 29 sorgenti d’acqua potabile, una trentina un tempo, poi la costruzione della galleria per Sorrento che taglia fuori Vico Equense ne ha inaridite 27. Le due che ancora danno acqua si chiamano Acidula e Acqua della Madonna. Gli stabiesi arrivano con bottiglioni e taniche per riempirli per il loro consumo casalingo. Però c’è chi va oltre come i fratelli Izzo, Emanuele, Valerio e Maicol, titolari di Piazzetta Milù. Il più giovane, Maicol, lo chef, la usa per panificare sfruttando la sua acidità, un impegno serio, non uno scherzo.
La loro insegna è stata tra le ultime che visitai prima dello scoppio della pandemia. Mi stregò il loro pollo arrosto al punto da invitarli a Identità Golose 2020, congresso che rinviammo da marzo a luglio e poi a novembre, per poi ripiegare su un’edizione on the road, registrazioni lungo la penisola, da Milano fino a Caserta senza però potere andare oltre e raggiungerli per farmi raccontare il segreto della loro ricetta. Il galletto infatti viene portato a tavola intero e inciso in mezzo per ottenere due metà. Ma, sorpresa, mentreMaicol le separa lo sguardo cade su un uovo barzotto dal quale fuoriesce il tuorlo colante, un po’ come con i celebri ravioloni del…
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