François-Régis Gaudry, nato a Sainte-Foy-lès-Lyon il 19 agosto 1975, è un giornalista, scrittore e critico gastronomico francese. Presenta il programma radiofonico On va deguster le dimanche su France Inter e Très Très Bon su Paris Première. Nel 2015 ha pubblicato l’enciclopedia On va déguster, due anni dopo è stata la volta di On va déguster la France e adesso di On va déguster l’Italie, sempre per l’editore Marabout.
Iniziamo da una domanda forse scontata: perché dopo averci invitato a degustare la Francia, ha scritto On va déguster l’Italie?
«Se dovessi cercare le radici della mia grande passione per la cucina italiana, sarebbe, innanzitutto, il magico spettacolo vissuto nella mia infanzia quando mia mamma stendeva sul tavolo della cucina i grandi fogli di pasta fresca tirati con la macchina a manovella. Le lasagne che preparava avevano talmente successo da essere considerate un capolavoro leggendario da tutta la famiglia e gli amici. Stesso trionfo con la parmigiana di melanzane e i saltimbocca alla romana. La mia mamma cucina come respira e l’Italia ha sempre fatto parte del mio ossigeno. Lei è cresciuta in una famiglia di origine corsa che, come spesso succede, ha moltiplicato i matrimoni misti. Mi ricordo delle grandi tavolate in famiglia dove si discuteva animosamente in francese, in corso e in italiano, dove i miei zii genovesi o toscani osavano prendere in giro la famiglia corsa insinuando che fossero degli italiani che hanno fatto una brutta fine… I miei genitori sono ben francesi ma mi hanno cresciuto con l’idea che l’Italia primeggia per il bello e il buono. Forse sottointendendo come la Francia».
Poi ricordo un cugino…
«Sì e decisivo nella deliziosa esplorazione dell’altro lato delle Alpi: mio cugino di sangue, Stephane Solier, che ho coinvolto in questo progetto molto ambizioso. Professore di lettere classiche e latinista, ha vissuto 9 anni a Roma come addetto culturale all’Ambasciata di Francia. Mi ha accolto più volte nella Capitale per dei giri gastronomici. Insieme abbiamo assaggiato e scoperto dei piatti che mi hanno talmente colpito sul momento da rimanere un’ossessione per il resto della mia vita: tutte le paste romane, carbonara in primis, le puntarelle, i carciofi alla giudia. Da Roma a tutto il resto della Penisola, la cucina italiana é diventato per me un Graal, una ragione di vivere e un’esplorazione professionale».
Noi ci siamo conosciuti a Parigi grazie a un evento dedicato al pesto e a una straordinaria signora italiana, ligure per la precisione…
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