Mai visitare troppo presto, da critici pronti a esprimere sentenze, un nuovo ristorante o un nuovo chef. Impossibile si siano rodati o ambientati in pochi giorni. Ma nemmeno esiste un momento ideale, uguale ovunque. Probabilmente un anno è davvero tanto, più giusto sei mesi. Però, come un somaro non volerà mai, così un bravo professionista lo individui dopo un pugno di settimane. In tal senso mi è piaciuta molto l’impostazione data da Andrea Antonini, anni 27, al nuovo corso dell’Imago, il ristorante dell’hotel Hassler a Roma, cucina orfana di Francesco Apreda dopo anni e anni di altissimo volo.
Andrea ha debuttato il 5 aprile, tutto molto in fretta perché un 5 stelle lusso come quello non può permettersi uno stop troppo lungo. Mi è piaciuto il suo carattere, l’essere salito su un treno così importante, l’avere capito che certe occasioni non arrivano dieci all’anno e non puoi decidere tu il momento della fermata. Passa e hai ben poco tempo per decidere: salgo o aspetto il prossimo? E se non passasse presto? I soliti, leciti interrogativi.
Antonini è salito e non ha ancora fatto un giorno di riposo, sette servizi su sette sere, sempre a cena e mai a pranzo. La sua cucina è molto italiana e ben poco fusion e aperta ai sapori del mondo. Soprattutto è cucinata espresso e questo andare sul fuoco è molto controcorrente. Mi sono alzato da tavola soddisfatto.
Nella foto: Pollo e peperoni… in raviolo