Oggi mi sono commosso. Avevo appuntamento a pranzo al Per Me di Giulio Terrinoni, in Vicolo del Malpasso 9 a Roma, telefono +39.06.6877365. Arrivo in buon anticipo, entro, mi accomodo, collego il computer per controllare la posta e Giulio arriva con un assaggio di Spaghettoni aglio, olio, peperoncino e cozze. «E’ il nostro pasto, non ti offendi vero?».
Non solo non mi sono offeso, ma mi sono ricordato di quando da ragazzo andavo a raccogliere cozze (che i liguri in verità chiamano muscoli) sugli scogli e le rocce al largo di Levanto, che allora era ancora Levanto e non la porta sulle Cinque Terre.
In genere gli chef blasonati le snobbano riservandole al pranzo del personale. Non è la prima volta. Negli anni Novanta in Versilia, il titolare pranzò con un collega a servizio terminato. Stavo uscendo ma, tale l’improvviso profumo di mare, che mi fermai per chiedere da dove venisse. «Spaghetti alle cozze. Non erano in carta? Ma sono povere Paolo, non le puoi proporre ai clienti». Non tutti, io ne godrei.
Grazie Giulio, insisti per favore e portale in carta.