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    Identità Golose

    Un Angelo in bellavista, la storia di Angelo Stoppani, il signor Peck

    8 Dicembre 2025

    L’infanzia contadina, i chilometri in bicicletta verso Brescia per entrare presto nel mondo del lavoro, l’idea che non esistano scorciatoie. C’è questo, e molto altro, nel ritratto di Angelo Stoppani, il “Signor Peck” come tutti lo conoscevano a Milano, tratteggiato da Paolo Marchi nel libro Un Angelo in bellavista (edito da Rrose Sélavy, 124 pagine, 19,50 euro, per acquistarlo scontato clicca qui). C’è tutto il mondo di un uomo che regnava tra “il banco dei formaggi e la cucina” di un locale che aveva costruito pezzo per pezzo: Peck, in Via Spadari. Lo stesso luogo che continua a essere un tempio dei sapori e della qualità, in cui il libro (e non poteva essere altrimenti) è stato presentato. Lo stesso luogo dove Angelo Stoppani, che con i fratelli Mario e Remo nel 1970 rilevò Peck dai fratelli Grazioli (il negozio venne fondato nel 1883 in via Orefici, sempre zona Duomo, da Francesco Peck, salumiere arrivato da Praga; poi fu rilevato da Eliseo Magnaghi e spostato nell’attuale sede a inizio Novecento), ha esercitato ogni giorno quell’etica del lavoro trasmessa a tutti coloro che hanno attraversato il suo cammino.

    Quell’angolo tra il banco dei formaggi e la cucina non era un ufficio e nemmeno un palco. Era un punto di osservazione: da lì “il signor Angelo” teneva insieme le fila del suo “regno”. Un Angelo in bellavista si concentra anche su questi particolari che, strada facendo, sono diventati il tema del racconto. «Dell’indice iniziale, tra l’altro bellissimo, che Marchi mi aveva proposto strutturandolo in “aperitivo, antipasto, primo, secondo, terzo, dolce”, quando ho ricevuto le bozze non c’era più nulla», ha raccontato Mauro Stoppani che, insieme alla sorella Enrica, ha fortemente voluto questo lavoro di ricostruzione. «La gente arrivava con un ricordo, un dettaglio, un episodio, e questi materiali andavano messi dove stavano bene, non dove li…

    Continua a leggere qui.

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