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PAOLO MARCHI - paolomarchi@identitagolose.it

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Paolo Marchi
Paolo Marchi
    Marchi di Gola

    La bettola sarà vecchia ma la bontà è contemporanea

    15 Settembre 2017

    Davvero una bella giornata quella di mercoledì scorso 13 settembre, una giornata di tanto sole a Firenze, buone idee di lavoro e un pranzo fuori dai circuiti più battuti dai turisti. Non che io sia di casa tra piazza della Signoria e il Duomo, ma almeno non mi muovo intruppato seguendo agenzie e gruppi organizzati. Posso anche rifiutarmi di rovinarmi la salute con pizze di plastica, carni e zuppe improbabili e gelati allucinanti.

    In fondo basta poco, giusto un taxi, per superare l’Arno e raggiungere il quartiere di San Frediano per accomodarsi Alla vecchia bettola, chiusa la domenica e lunedì, info al numero +39.055.224158, mail maremmamax@hotmail.it. D’obbligo l’indirizzo: sulla tovaglietta di carta è scritto Viale Vasco Pratolini 3/5/7. Se si apre la mappa di Google è davvero così, salvo trovare un indirizzo diverso, e anche un diverso recapito telefonico, nella pagina di facebook. Regolarsi.

    L’attuale gestione è lì dal 1979, molto arriva intatto da quel tempo, anche i fiaschi da un litro e mezzo di Chianti che io proprio non sopporto, ci vedo solo del folklore. Però i fiorentini superano di gran lunga gli italiani e gli stranieri, evviva evviva, respiri aria sincera e mangi una golosa cucina popolare. Basta per sentirsi bene e ripartire soddisfatti.

    La mia pausa pranzo: frittata di patate; crostini di fegatini (purtroppo crostini non tostati); Insalata di porcini (chi mi accompagnava L); quindi Polpette di pelliccia e uno, boccalone perché arriva da Milano ed è lì per la prima volta, chiede cosa siano mai e chi ti serve ti sistema: «Sono fatte con tante patate e poca ciccia». Perfetto: polpette di patate all’idea di carne.

    E ancora uno strepitoso Lampredotto trippato, al sugo rosso come di norma accade con la trippa vera e propria perché il lampredotto segue tutt’altra tradizione e muore tra due fette di pane, un panino insomma. Poi il Peposo e a quel punto ho gioito anche se i tocchetti di carne erano asciuttini perché cotti a lungo. Il dolce? Eccome: Torta di mele e Schiacciata all’uva, perfetta la prima, ottima la seconda. Il caffè dal bricco come si usava due o tre vite fa.

    Sono ripartito per Milano contento.

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